sabato 14 febbraio 2015

Giulietta Gastaldo

Nel dicembre 2013 vede la luce la prima fatica letteraria di Giulietta Gastaldo, il romanzo Prigionieri di un passato, edito da Il Punto di Torino. In parte autobiografico, il libro ha richiesto all’autrice esordiente mesi di lavoro, per la raccolta del materiale di famiglia, la documentazione storica che copriva un arco di cinquant’anni, e infine la sua rielaborazione in un testo narrativo. 
Io e l'autrice alla presentazione di Villa Favorita
a Giaveno
Il punto di partenza le è stato suggerito dalle opere del pittore Antonio Mario Guglielmino, bisnonno dell’autrice, la cui vita interessante era già di per sé spunto per un romanzo. Da qui la ricerca dei documenti familiari ha dato molte nuove idee alla Gastaldo.
«In casa c’erano delle carte che mio padre e mia nonna non avevano mai voluto mostrarmi. Non è stato facile leggerle e scoprire lati dei miei antenati non sempre felici» mi ha detto l’autrice in uno dei nostri primi incontri.
Gianni Oliva presenta Giulietta Gastaldo
al Circolo del Lettori di Torino
Lettere, documenti privati, fotografie, libretti militari di soldati al fronte, annuari scolastici hanno costruito pian piano la base di una lunga narrazione, che Giulietta ha arricchito con la sua fantasia, accostando episodi storici e documentati, a sequenze vivaci e dialoghi creati dalla sua mente.
Le vicende familiari l’hanno portata ad attraversare un cinquantennio del secolo scorso, e l’hanno guidata dalla città di Torino al paese di montagna Giaveno, negli anni sconvolgenti della Resistenza.

«Sono storie che causano ancora dolore» ha commentato lei alla prima presentazione ufficiale del libro. «Sono trascorsi settant’anni, ma restano nelle famiglie delle ferite profonde. Per questo ho scelto di non esprimere opinioni o giudizi, ma di riportare i fatti come la storia ce li ha consegnati». 

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