sabato 3 ottobre 2015

Sergio Vigna, Trabant 89, Araba fenice

Ci sono momenti in cui la storia ci passa accanto e noi quasi non ce ne accorgiamo; scopriamo l’importanza di quanto è accaduto tempo dopo, perché talvolta i grandi eventi risultano tali solo se visti da lontano. Chi viene coinvolto nel vivo spesso non si rende conto della portata del cambiamento cui ha assistito.
Altre volte invece la storia si annuncia lentamente, gli eventi fermentano fino a scoppiare e chi li guida, ma anche chi semplicemente li osserva, intuisce già prima la portata dell’impatto che causeranno.
Prefazione di Margherita Oggero
È quanto accade, forse inconsapevolmente, ai protagonisti dell’ultimo romanzo di Sergio Vigna, Trabant 89.
Marisa e Guglielmo, coppia non del tutto affiatata, sa che i paesi dell’est Europa, in quell’esplosivo 1989, stanno cambiando radicalmente. Lui, filosovietico da sempre, vuole vedere la Germania Est, per comprendere di persona quanto ci sia di vero in quel che legge sui quotidiani. Lei, amante del campeggio, accetta non del tutto di buon grado la vacanza nella Berlino ancora spaccata dal muro, conscia delle difficoltà burocratiche e logistiche che dovrà affrontare.
Il viaggio è effettivamente complicato dai timbri, dai posti di blocco e dai controlli, ma le scoperte valgono gli ostacoli. Quello che la coppia, però, non aveva previsto è l’incontro in una birreria con Annerose, una ragazza che vuole fuggire dalla città per andare ad Ovest.
Questa volta è Guglielmo a mettere un freno all’entusiasmo di Marisa: Annerose sembra poter far crollare le sue certezze riguardo ai paesi del blocco sovietico, che lui immagina come una Terra di unione e prosperità. Per Marisa invece, il cui istinto materno l’ha già proiettata nel ruolo di salvatrice, la giovane donna va aiutata, anche per dimostrare al marito in che razza di paese l’ha condotta.
La situazione diventa sempre più complessa, man mano che il romanzo procede, trascinando il lettore in una spy story in cui l’azione è supportata dalle molte emozioni e dai sentimenti: Marisa e Guglielmo, al termine dell’avventura, non saranno più gli stessi.
Sergio Vigna si destreggia abilmente tra intrighi e tattiche doppiogiochiste. I personaggi si muovono agilmente in ogni situazione, dalla più lenta trafila burocratica ai rapidi inseguimenti.

Un romanzo che fa rivivere un periodo storico fondamentale del Novecento, togliendo la patina degli anni e dell’esperienza agli eventi narrati e mostrandone il vero aspetto disincantato e realistico. 

La recensione dell'Araba Fenice