domenica 31 marzo 2019

Due settimane per raccontare


Un incontro casuale al parco

di Elena Mignola

Roberta aveva un’oretta per camminare un po’ prima di entrare in ufficio. La primavera stava scoppiando, allora decise di fare un giretto al parco comunale. Era un po’ stanca, le girava leggermente la testa, e pensò al cambio di stagione.
Si sedette su una panchina di legno verde piena di scritte; davanti a lei un enorme albero dalla chioma tondeggiante mostrava i suoi fiori rosa e lei lo ammirava chiedendosi che tipo di albero fosse.
Ad un certo punto le si avvicinò un signore anziano, ben vestito, con un bastone in mano e si sedette al suo fianco. La osservava cercando di non farsi troppo notare, poi le sorrise e iniziò con il dirle che quel pomeriggio faceva un gran caldo per la stagione. A Roberta fece un po’ tenerezza, immaginava la solitudine di quel uomo. Poi, come se lui avesse intuito i suoi pensieri, o almeno fu quello che lei pensò, le raccontò di essere vedovo da anni, ma di essersela sempre cavata da solo con un certo orgoglio. 
Le fece capire svelandole il lavoro che aveva svolto di essere abbiente e che gli sarebbe rimasto poco da vivere. Iniziò a farle dei complimenti.  
Roberta si sentì in imbarazzo, lo salutò velocemente dicendo che doveva andare di corsa al lavoro.  

mercoledì 27 marzo 2019

Due settimane per raccontare

Un incontro casuale al parco
di Camilla Versino

Veronica guardava il laghetto davanti a lei senza interesse. La borsetta poggiata al suo fianco sulla panchina verniciata di verde, il golfino lasciato mollemente sullo schienale e le sue mani intrecciate in grembo aggiungevano alla sua espressione malinconica un tocco trasandato. Quando lui le si sedette al fianco, lei trasalì. Le era andato vicino, ma non l’aveva degnata di uno sguardo, come se il suo obbiettivo fosse solo di sedersi e riposarsi.
Veronica ne fu sorpresa perché in realtà si conoscevano molto bene e quasi indispettita per non aver ricevuto neppure un minimo saluto, continuò a guardare davanti a sé attendendo l’evolversi delle cose.
L’uomo si beava della frescura della giornata, aveva lo sguardo immerso nei pensieri e Veronica provò ad immaginarli.
“Sicuramente starà pensando alle montagne, alle gite con le figlie e le nipoti… Ha un viso disteso e sereno, non è concentrato sui suoi affanni ed è bello vederlo così, una volta tanto”.
Stettero così per tre ore buone, l’uno a sorridere e l’altra ad immaginare, finché a un certo punto l’uomo si alzò, si girò verso Veronica e la salutò cordialmente.
Lei lo guardò con tenerezza.
«Papà, ti riporto a casa, è tardi!»

lunedì 25 marzo 2019

Due settimane per raccontare

Un gioiello di famiglia
di Carmen Bassetti 

Quella mattina il caldo era già insopportabile fin dalle prime ore. Per fortuna la casa della nonna aveva muri spessi quasi un metro e le stanze del pianterreno erano fresche e profumate di erbe, stese ad essiccare vicino alle finestre a nord.
Ma perché proprio a nord? Mi chiesi. Ho sempre visto le erbe messe all’ombra ma non certo a nord! Mamma diceva sempre che a nord è la parte più fredda anche di notte, quindi, perché nonna le ha messe proprio lì? Ci sarà certamente un motivo: lo scoprirò presto.
Intanto vagavo da sola in casa, erano tutti ai campi per la mietitura ed io, troppo piccola, non potevo parteciparvi. “Troppo pericoloso!” Tuonava il nonno. “Non voglio che Linda si faccia male! Meglio che stia a casa. D’altro canto è già abbastanza grande per badare a se stessa”.
E così ero sola, che bello! Potevo curiosare dappertutto, soprattutto dove la nonna non voleva che io ficcassi il naso. Sì, perché quando la mattina presto scendevo ancora assonnata, lei era già lì, in cucina, da tempo intenta a preparare le formaggette col latte che il nonno aveva appena poco prima munto.
La cucina era piccola, accogliente, sempre la stufa accesa, anche in piena estate. Già, la nonna ci cuoceva di tutto, dalla minestra con i sapori dell’orto al coniglio che il giorno prima aveva finito il suo “soggiorno in fattoria”.
L’idea di frugare nei cassetti del vecchio buffet mi venne d’impulso, certo non avrei mai pensato di poter scovare un vero tesoro.
Ma andiamo per ordine. Il buffet da sempre mi attirava, con i suoi “cimeli”, i ricordi e le stoviglie di un lontano passato, così, non vista, azzardai una mossa. Aprire il cassetto chiuso a chiave! Già, ma dov’era la chiave? Le pensai tutte poi… dall’uscio spuntò una gallina che col suo coccodé, coccodéee mi distrasse non poco.
Cosa ci fai qui? Le chiesi. Ma lei se ne andava gironzolando per la cucina con indifferenza. Almeno così mi sembrò, perché la gallina (chi è che sostiene non siano intelligenti? Tutti gli animali sono molto intelligenti) piano piano si avvicinò ad una mensola, con un balzo salì e si mise a beccare.
La chiave!  Esultai. Aprii il cassetto di furia (da un momento all’altro poteva arrivare la nonna) e con sorpresa trovai un quaderno. Un solo quaderno, molto vecchio, copertina nera. Lo sfogliai con la fretta di quello che si sente braccato e…
Era un diario. Il diario della nonna!
Segreti? Chissà.

lunedì 11 marzo 2019

Pandiani e De Filippis

Imparare a scrivere racconti e romanzi si può? Sì, assolutamente, ma ci vuole impegno e costanza.
Uno dei passi più importanti da compiere, per sapersi destreggiare con la narrazione, è leggere. Leggere di tutto, dai racconti brevi ai tomi di mille e più pagine, serve a carpire i segreti della scrittura agli autori.
Imparare dai migliori è garanzia di ottimi risultati nel percorso per diventare scrittori.
Quando poi si ha la fortuna di poter incontrare questi autori, magari dopo aver assaporato le loro pagine, e aver conosciuto i loro personaggi, ecco che i risultati positivi aumentano in modo esponenziale.
È quanto mi è accaduto sabato sera, alla libreria di Antonella e Cristina di Rivoli. Due grandi del noir italiano, Enrico Pandiani e Carlo F. De Filippis, si sono incontrati per presentare l'ultimo romanzo di Enrico: Ragione da vendere.
La serata è partita subito con un botta e risposta fulminante sulle loro fatiche letterarie, essendo entrambi autori di diversi romanzi. Poi, scambiandosi frecciatine e battute esilaranti, sono passati ad esaminare la serie di cui Ragione da vendere fa parte, ovvero i gialli parigini con protagonisti Les Italiens, il gruppo di poliziotti di origine italiana, trasferiti, in questa ultima puntata, dal Quai des Orfevres alla nuova sede di Battignoles.
Ma non si può parlare a lungo di un poliziesco, se non a rischio di anticipare parti fondamentali del plot, e il duo è scivolato morbidamente a parlare di letture. Naturalmente altri giallisti, autori di noir celeberrimi: Chandler, Scerbanenco, Manchette i primi di un lungo elenco.
«Però io preferisco leggere letteratura "altra"» ha detto Pandiani sorprendendoci. «Mi piacciono sempre i gialli, naturalmente, ma se si vuole continuare a progredire nella scrittura, a crescere, bisogna leggere i migliori. Da quando scrivo regolarmente, ovvero da quando ho pubblicato il mio primo romanzo dieci anni fa, leggo in modo molto diverso, con una attenzione al particolare, alla struttura che prima non avevo».
Comprendere le tecniche narrative dei grandi autori, percepire le modalità stilistiche dei nuovi scrittori, gustare la sorpresa che una semplice frase può far scaturire è il primo passo per provare anche noi, semplicemente con le parole e le frasi, a creare altre emozioni.
Adesso anche noi leggeremo sicuramente in modo diverso.