giovedì 7 maggio 2020

Enrico Camanni, Una coperta di neve, Mondadori


Dopo quasi dieci anni, Nanni Settembrini, il protagonista creato da Enrico Camanni, torna in azione nel romanzo Una coperta di neve, edito da Mondadori. Torinese nell’anima, Settembrini ha lasciato la città da giovanissimo, per seguire il sogno della montagna, il massiccio del Bianco che osservava con bramosia dalle finestre del suo appartamento cittadino. Da divertimento, passione, fatica, la montagna si è trasformata per lui in vita quotidiana e Nanni è diventato guida alpina e capostazione del Soccorso Alpino di Courmayeur.

Conosce la montagna, la roccia, conosce il ghiaccio che si sta ritirando anno dopo anno e la neve pesante e collosa dell’estate. Conosce anche le donne e le loro incredibili sfaccettature e differenze; le due figlie, la ex moglie, la fidanzata, e adesso anche questa donna misteriosa e senza identità, che deve entrare nel suo animo e scuotere la sensibilità del lupo solitario che Nanni vorrebbe essere.  
In un giorno di sole rovente, il primo giorno di un’estate che si rivelerà torrida e anomala, una valanga si stacca all’improvviso. Forse sotto quella neve pesante e marcia ci sono degli alpinisti, e si deve correre in soccorso. Sally, l’esperta cagnona da valanga, fiuta subito la traccia e una donna viene riportata in superficie: è viva, ma priva di sensi. Un elicottero la trasporta con urgenza all’ospedale, mentre Settembrini resta con gli altri a scavare ancora, e ancora, finché raggiungono il capo della corda legata all’imbraco della donna, ma non c’è niente.
La donna è in coma e poco dopo riprenderà conoscenza, ma non la memoria di sé e del suo passato. Le indagini ufficiali non sono necessarie, ma Nanni deve sapere. Per lui le vittime degli incidenti in montagna non sono numeri o statistiche, ma vite vissute. Quella della donna misteriosa deve riapparire. Ad aiutarlo nella caccia c’è l’unica testimone della valanga, scampata per una manciata di minuti, che affianca Settembrini con le sue capacità e lo attira con il suo fascino.
Comincia così una caccia al tesoro che è un pretesto per raccontare due trame differenti: quella della vera ricerca di indizi, di ricostruzione dell’accaduto, e quella della ricerca nel passato, nella memoria di ciascuno, con la paura nascosta di ciò che effettivamente si può trovare.

È facile cadere nell’errore di considerare Nanni un alter ego di Enrico Camanni. Il loro amore per la montagna, la passione per la scalata, l’avventura che appaga sono uguali. Ma Nanni Settembrini vive in montagna e di montagna; la sua Courmayeur, pur restando turistica e legata allo sport, è radicata dentro di lui, che sembra soltanto patire di nostalgia delle sue origini cittadine.
Enrico Camanni è, per sua stessa definizione, un cittadino, che ha bisogno della città per viverci. E ha bisogno della montagna per fuggire e per sognare.
Per nostra fortuna Enrico trasforma i suoi sogni in scrittura, accompagnandoci in luoghi che profumano di ginepro e di torba, su ghiacciai scintillanti e rocce a strapiombo, facendoci sentire accaldati ed esausti soltanto grazie alle sue parole.
La scrittura gioca con i diversi generi narrativi, passando dal giallo al romanzo psicologico, con puntatine nel sentimentale. Il ritmo si adegua al momento, avvincendo il lettore ora con colpi di scena ora con descrizioni avvolgenti, con dialoghi fulminanti e riflessioni portate alla luce da frasi brevi, che colpiscono nel segno.
In questo tempo sospeso, nel quale anche i libri hanno subito una battuta d’arresto, abbiamo ricercato le montagne, accontentandoci di vederle scurire dalla finestra.
Adesso l’attesa è finita e Una coperta di neve ci accompagnerà fin sui nostri amati pendii.

venerdì 27 marzo 2020

Scrivere come antidoto - Esercizio 7

Per il settimo esercizio invadiamo un altro campo artistico: la musica.
Confessatelo, in questi giorni di clausura forzata avete ascoltato un sacco di canzoni. Magari siete anche saliti in soffitta a riprendere lo strumento dimenticato dagli anni delle medie e adesso mettete a dura prova le orecchie e la pazienza dei vostri familiari conviventi.
Allora, per dare un po' di tregua anche a loro, adesso mettetevi a scrivere.


Raccontare le canzoni
Pensate alla canzone che più vi emoziona, che vi coinvolge. Adesso riflettete sulle parole (che sapete a memoria, confessatelo) e... siete pronti per scrivere un racconto basato su quel testo.
Facciamo un esempio? 
Rimmel di Francesco de Gregori. 
"Lui entrò in casa fradicio di pioggia. Si tolse l'impermeabile gocciolante e lo lasciò sull'attaccapanni, poi si sfilò i mocassini con un'imprecazione. Quando alzò gli occhi, lei era lì, in piedi, con addosso la pelliccia e tra le mani una grossa borsa che non le aveva mai visto..."

Tutto chiaro?
Buon divertimento!

Scrivere come antidoto - Esercizio 6

Creare tre personaggi (almeno) data la trama
In questo esercizio vi darò un abbozzo di trama, senza dirvi niente sui personaggi, che dovrete creare voi. Naturalmente si tratta di un artificio, perché trama e personaggi non possono vivere separatamente, ma può essere utile per comprendere alcuni meccanismi narrativi.
Insieme ai personaggi create anche l'ambientazione, l'epoca, il luogo e il genere narrativo. Così sarà più divertente.

Trama: A e B stanno insieme e hanno un progetto comune che vorrebbero realizzare in breve tempo. Conoscono C per caso, ma A sarà colpito da C al punto da mettere in discussione il progetto e da creare una separazione con B, con notevoli conseguenze.
Come vedete lo spazio di manovra è molto ampio. A e B possono essere fidanzati, o soci, e il loro progetto può essere lavorativo o sentimentale.
Se volete aggiungere altri personaggi, liberissimi. Lo stesso vale per i punti non indicati nello schema della trama, che potete aggiungere a piacimento.
Buona scrittura a tutti!

Scrivere come antidoto - Esercizio 5

La fiaba scompaginata
Lo schema narrativo delle fiabe è differente da quello dei racconti e dei romanzi moderni. I motivi sono molti, il più importante è che i fatti vengono narrati in ordine cronologico, cioè senza salti avanti e indietro nel tempo (come i flashback). 
Un altro punto di distinzione è che la fiaba viene sempre raccontata da un narratore esterno, che talvolta diventa addirittura una persona nelle vesti di Cantastorie. Ma noi vogliamo sovvertire le regole e allora:
- Pensate ad una fiaba che vi piaceva molto da piccoli, Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Raperonzolo, Pollicino... 
- Adesso provate a raccontarla in prima persona, calandovi nei panni di uno dei personaggi che non sia il protagonista. Ad esempio la matrigna di Cenerentola, o uno dei topolini; o l'orco di Pollicino. Ovviamente potete anche cambiare l'ordine temporale.

Se per caso avete la fortuna di abitare con dei bambini, fatevi aiutare da loro. Mi sa che potrebbe essere divertente.
Buon gioco a tutti!

Scrivere come antidoto - Esercizio 4

Esercizio 4
Molti di noi, in questi giorni di ritiro forzato faticano a stare a casa, sentendo l'esigenza di andare in palestra, al bar o addirittura in ufficio. Allora, perché non provare a viaggiare con la fantasia?
Salgari non si è mosso da Torino, ma i suoi lettori hanno scoperto la Malesia e le Antille. Jules Verne non è mai andato sulla luna, o sotto i mari o nel centro della terra, eppure... Allora proviamo anche noi. 
- Sedetevi comodamente in casa vostra (divano, amaca in giardino, poltrona davanti al caminetto) e pensate ad un luogo che vi piace immensamente. Può essere davvero visitabile come il castello di Edimburgo o la Fifth Avenue a New York; oppure immaginario, come una stazione spaziale su Marte, la Roma di Alessandro VI, il regno del Prete Gianni o l'interno di una cellula (questo sembra proprio un trip, ma comunque...) 
- Chiudete gli occhi e immaginate quel luogo nei dettagli. Osservate ciò che si trova lì, sentite i suoni, i profumi. 
- Create un personaggio che sia lì con voi, il vostro compagno/a, un cane, un robot creato per servirvi. 
- Adesso scrivete una pagina del vostro diario come se foste veramente lì.

Pronti...via!

lunedì 23 marzo 2020

Scrivere come antidoto - Esercizio 3

Esercizio 3
Scrivere un racconto a partire dal titolo
Questo è un esercizio al contrario. Solitamente il titolo viene scelto quando la stesura è definitiva, invece noi partiremo proprio da lì.
Potete agire in due modi:
1 - Prendete un titolo famosissimo, che non sia un nome proprio (come Martin Eden, per capirci), ma che possa trasmettere qualcosa. I miserabili, Orgoglio e pregiudizio, L'isola del tesoro, La ragazza con l'orecchino di perla, Il ladro di merendine... Lasciatelo rimbalzare tra i vostri neuroni, finché sparisce il romanzo e resta soltanto il titolo. Adesso create una vicenda che possa adattarsi e scrivete un racconto (o una poesia, se preferite) che sia molto diverso dal romanzo a cui il titolo si riferisce.

2 - Prendete il romanzo che state leggendo, o uno qualunque nella vostra libreria, e apritelo a caso, in una pagina piena. Lasciate vagare le pupille lungo le frasi e scovate un gruppo di parole, una coppia, o anche una parola solitaria. (Ad esempio, scorrendo Piccole donne, ho trovato: Troppi complimenti, signorina!, Un mormorio di speranza
Sfogliando Bianco fatale di Robert Galbraith: Altre grida, L'avventore medio di un pub, Cospirazione. Annotatene alcuni, magari cambiando libro, genere e autore. Adesso scegliete quello che preferite e scrivete.

Buon lavoro! Pardon, buon divertimento!

Scrivere come antidoto - Esercizio 2

Esercizio 2
Creare un racconto da un romanzo famoso - Pensate ad un romanzo che vi è piaciuto tantissimo. Riassumetelo il più possibile fino ad ottenere un superconcentrato di poche righe.
Vi faccio un esempio: I promessi sposi
"Un nobile straniero si invaghisce di una ragazza e tenta con ogni mezzo di impedirne il matrimonio col fidanzato". Come vedete la trama diventa così scarna da poter contenere qualsiasi cosa. - Una volta scritto il vostro superriassunto, cambiate ambientazione, periodo storico, protagonisti... e scrivete un racconto che segua più o meno la trama.
Il nobile potrebbe essere di un ramo cadetto dei Romanov prima della rivoluzione russa, o un barone siciliano dell'Ottocento, o un duca inglese ai tempi di lady Diana. La ragazza... be', continuate voi.


VI faccio un altro esempio: Harry Potter
"Un bimbo orfano viene allevato malvolentieri dagli zii, ma giunto al suo undicesimo compleanno scopre di avere un DNA molto particolare". Nel vostro racconto il bimbo orfano potrebbe abitare nella Napoli del 1943, e gli zii essere delle Camicie Nere, oppure essere il pargolo di un supereroe che è morto per proteggerlo e adesso... continuate voi.
Insomma sbizzarrite la vostra fantasia.

mercoledì 18 marzo 2020

Scrivere come antidoto - Esercizio 1


Ci aspettano giorni duri, più difficili di quanto vorremmo ammettere. Dobbiamo restare in casa, incontrare gli amici al telefono o in chat. Ce la faremo, lo so, ma forse un aiutino può servire. E allora ho pensato, perché non approfittare di questo isolamento per scrivere e per far scrivere?

Così ho deciso: ogni giorno vi darò un esercizio di scrittura, che sia un po' come un gioco, ma che forse porterà a qualcosa di più concreto. Qualcosa che, quando tutto sarà finito, forse potrà vedere la luce delle stampe, perché no?

Ci state? Allora ecco il primo esercizio.





Esercizio 1: Creare una trama dati tre personaggi.
Siamo in un circo, nella prima metà del Novecento. Lei ha diciotto anni ed è una contorsionista. Lui ne ha ventotto ed è l'uomo più forte del mondo. Sono innamorati, ma nessuno dei due osa dichiararsi all'altro. La ragazza che vende i sigari, però, è gelosissima e vorrebbe l'uomo per sé.
Un giorno...
Consiglio: visualizzate con chiarezza i personaggi, dando loro caratteristiche fisiche, abbigliamento, tono di voce... Createvi uno schema essenziale della trama, pochi punti che saranno le tappe della narrazione.
Scegliete il genere che preferite, poliziesco, horror, sentimentale, storico... o nessun genere.

Fatto? Adesso potete cominciare a scrivere.

Volete una difficoltà in più? Allora usate questo incipit: 
Il pesante tendone damascato si mosse impercettibilmente. Lei alzò lo sguardo sopra di sé, la fune era tesa, pronta per l'entrata degli acrobati. Aveva ancora tempo.  

Buon divertimento!

mercoledì 11 marzo 2020

Ugo Splendore e Aharon Quincoces, Santa Marta, Compagine

Siamo in un autogrill, due individui osservano lo spettacolo agghiacciante al di fuori dei vetri sigillati: una raffineria è esplosa e ora l’aria è invasa da gas tossici, getti di schiuma e pompieri che corrono in tutte le direzioni. Danny de Vito non ha nome, ma solo una somiglianza, e lo stesso è per Edinson Cavani, così simile al calciatore. Cominciano a parlare, per passare il tempo, e continueranno per tutto il romanzo. De Vito è la terza generazione di artigiani che han fatto scarpe per mezza Finlandia, la metà ricca, e per il papa, finché papa Francesco ha detto no, io indosso scarpe povere. Cavani ha giocato davvero a calcio, ma poi si è venduto ed è stato punito, in vari modi, con diverse profondità, fino all’abisso.

Entrambi hanno sofferto per causa di altri e adesso vorrebbero vendicarsi, forse, chissà. Una vendetta piccola, ma soddisfacente, che magari non esiste. Cavani disegna in modo divino, crea emozioni così potenti da ipnotizzare. De Vito vorrebbe giocare a golf, forse.
Tutto cambia quando, dal finimondo esterno, appare una comitiva con un carro funebre. Le persone, elegantissime ma sfatte, entrano nell’autogrill, capeggiate da una donna splendida, dalle forme spettacolari contenute in un abito nero da lutto.
È l’inizio di una serie di avventure, così rapide e imprevedibili da spiazzare il lettore ad ogni pagina. Dalla calma in detonazione dell’autogrill, i due personaggi passano alla sbornia in una trattoria, per finire poi tra le mura labirintiche del Vaticano.
La scrittura di Splendore e Quincoces, autori a quattro mani di questo rocambolesco romanzo, è dinamica, bizzarra e avvolgente. Nei lunghi momenti dell’attesa, la prosa si fa lenta, divagante, gioca con le figure retoriche, con la ricchezza dei vocaboli. Poi all’improvviso impenna, scalcia e trascina con l’essenzialità delle situazioni, con la capacità di gestire il non detto.
I due autori creano un romanzo rapido e impetuoso, che si potrebbe leggere in un weekend, ma che il lettore centellina, per gustarsi ogni bizzarria, ogni colpo di scena, ogni trovata ai limiti (oltre) dell’assurdo.