lunedì 14 settembre 2015

Pieces of heaven, di Roberta Novarino

Il venticello rinfresca il clima caldo, accarezzando con tocco leggero i fili d’erba, onde astratte che si fondono con quelle del laghetto, nel quale si specchia l’imponente massiccio del Monte Rosa.
È un giorno qualunque di fine agosto: stormi di passeri creano nel cielo azzurro figure astratte, muovendosi al ritmo di una musica diffusa soltanto tra le nuvole. Il fruscio delle foglie appena scosse dal vento si confonde con lo scrosciare del Lys, che passa al di sotto del caratteristico ponticello in legno: in lontananza fa capolino, tra le imponenti fronde di conifere, una delle torrette del castello appartenuto a due generazioni della famiglia Savoia.
Alcune persone passeggiano sulla carrareccia che si inoltra sino a Gressoney la Trinité, altre osservano silenziosamente il paesaggio che li circonda, godendosi gli ultimi tiepidi raggi pomeridiani.
Il sole gioca a nascondino con il Liskamm, rendendo la neve dei grandi ghiacciai di una tonalità rosea: poche nubi sulle sfumature del rosso contornano il cielo, creando un contrasto di chiaro scuro senza paragoni.
I vecchi stadel sono ora popolati dalle nuove generazioni, che ritornano nel segno del passato e dei propri avi: le rustiche abitazioni in legno, con i tetti coperti per mezzo di grandi lose, ben si adattano a questa vallata selvaggia e inviolata.
La città di Gressoney Saint Jean è sì cresciuta, ma l’atmosfera che si respira, come l’aria fresca aromatizzata dall’odore pungente di muschio e resina, è sempre la stessa: su quei prati, una bambina dai lunghi capelli biondi gioca con un enorme pallone rosso…
Nello stesso luogo, qualche stagione dopo, una ragazza siede sulle rive del laghetto, stilografica alla mano, per imprimere su un foglio di carta, per mezzo di parole, il suo tramite preferito, le sue emozioni; in fondo, quel legame con il suo passato, con un piccolo angolo del suo paradiso, è e sarà per sempre indissolubile.




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