lunedì 9 marzo 2015

Corso di scrittura avanzato

Nei mesi di marzo e aprile del 2014 ho tenuto per la prima volta il Corso Avanzato di scrittura narrativa. Stesse modalità: cinque lezioni da due ore l’una e esercitazioni facoltative da fare a casa.
In questo secondo corso, però, gli argomenti affrontati sono decisamente più complessi.

Nel corso base si parte da zero, in modo che chiunque abbia voglia di scrivere possa cimentarsi. Dunque, vediamo, cosa serve per cominciare a scrivere? Una volta acquistato un blocco e una biro, o acceso il computer, serve un’idea. Questa dovrà essere sviluppata in un flusso narrativo, ovvero in una trama, in cui agiscano dei personaggi, le cui vicende dovranno essere narrate da una voce particolare, il narratore, seguendo un certo ritmo.
Et voila, il racconto è fatto.
Be’, non proprio. In realtà fino a questo punto si tratta ancora di qualcosa di astratto, di qualcosa che può esistere anche soltanto nella nostra mente.
A me piace molto camminare, mi fa bene e mi lascia libera di pensare. Così, mentre cammino, spesso mi immagino scene, invento situazioni e trame, creo intrecci. Insomma, pongo le basi di quelle che possono diventare delle narrazioni.
Talvolta, grazie al fatto che abito quasi in montagna e che percorro spesso strade isolate, registro queste idee sul telefono, ma nel farlo non mi preoccupo delle parole che uso. Idea, trama e personaggi sono già contenuti in questi brevi e slegati spunti, che diventano così semplice narrazione orale.
Provate a raccontare una fiaba, e poi a raccontarla ancora, e ancora una volta: le parole saranno certamente cambiate, non tantissimo, ma abbastanza da non poter essere considerata alla stregua di un testo scritto.
“C’era una volta una bambina, che abitava con la mamma al limite del bosco. Un giorno la nonna si ammalò e la bimba, che adorava la nonna da quando le aveva fatto un mantello…”
Ma anche:
“C’era una volta una bimba che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso, perché anni prima la nonna le aveva fatto un mantello rosso col cappuccio e da allora non se l’era più tolto. Abitava…”
La fiaba è la stessa, ma le parole sono diverse: quello che conta è che il bambino che ci sta ascoltando ritrovi tutti gli elementi necessari.
Ciò non è più possibile se la fiaba è stampata su un libro e chi ha provato, leggendo insieme ad un bambino, a saltare righe per fare più in fretta, se n’è accorto benissimo.

Naturalmente anche nel primo corso è importante capire quali sono le parole più adatte alla narrazione, proprio a questo servono le esercitazioni, ma ciò su cui pongo l’attenzione una volta ricevuti gli elaborati è se c’è una valida idea di base e se questa idea è ben articolata in un flusso narrativo.
Nel secondo corso la mia attenzione è tutta sulle parole. Attenzione, non dico che controllo se le frasi sono ortograficamente o grammaticalmente corrette: questo dovrebbe già essere stato insegnato durante la scuola dell’obbligo. Parlo di frasi efficaci dal punto di vista narrativo, frasi adatte, anzi, perfette per un certo tipo di sequenza, di personaggio, di fase della trama. Sono le frasi, i periodi a creare il racconto; le più adatte per un Incipit folgorante, per un finale commovente, per un colpo di scena.
La parole, con i personaggi, sono quello che resta nella memoria di chi legge e che trasforma un dilettante in scrittore. 

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