martedì 17 maggio 2016

Roberto Girardi, Amelia dolce Amelia, Araba Fenice

La storia della nostra protagonista comincia prima ancora della sua venuta al mondo, quando Elide, una splendida ragazza di Sant’Ambrogio, incontra un giovane immigrato e se ne innamora. Nunzio, il bruno e seducente latino, ricambia l’amore e abbandona le facili avventure per sposarla e mettere su casa e famiglia.  Da questa unione nasce Amelia, e la sua bellezza è tale da lasciare in ombra Elide, il cui personaggio, pian piano, abbandona la scena, per lasciare tutti i riflettori puntati sulla sua meravigliosa bambina.
Gli sguardi sono tutti posati su di lei, fin dai primi giorni di vita; la sua bellezza attira coloro che le passano vicino, magari in modo diverso: sguardi ammirati, che diventano invidiosi quando le altre mamme, inevitabilmente, capiscono l’irraggiungibile bellezza di Amelia. Col passare degli anni, però, questa invidia si trasforma in maligna soddisfazione, perché Amelia, la bellissima, dolce Amelia, è inguaribilmente stupida.
La sua immensa ottusità non le è però di alcun ostacolo nella vita; guidata dalla nonna, da cui ha ereditato certamente il quoziente intellettivo, impara fin dalla più tenera età a mostrare doti tanto inutili a livello scolastico e lavorativo, quanto fondamentali per essere sempre al centro dell’attenzione in tutte le occasioni mondane.
La ragazza cresce e impara le arti della seduzione senza secondi fini, ma soltanto per divertirsi: nella sua limitatezza, Amelia è buona e generosa, anche di sé. Attorno a lei ruotano personaggi vivaci e spassosi, che l’accompagnano nelle fasi della sua vita e nelle incredibili, esilaranti avventure.

Roberto Girardi, giunto al terzo romanzo, si cimenta con una classica commedia brillante molto paesana, in una narrazione ad episodi.  Ogni capitolo ha infatti un inizio e una fine, rendendo così la lettura ancor più scorrevole e divertente.
Le vicende vengono ambientate con grande successo nella cittadina della Val Susa (ma nulla vieta al lettore di estrapolarle dal locale e situarle con la fantasia ovunque desideri).
Lo stile di Girardi è schietto e veloce; la battuta pronta e il lessico ricco dipingono scene accattivanti. Il suo è un umorismo goliardico, mai sboccato o volgare, ma certamente malizioso; trascina con la spumeggiante Amelia il lettore, avvolgendolo in un’atmosfera ridanciana e leggera. 

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