martedì 19 settembre 2017

Pillole di scrittura 2. Scrivere è immaginare.

Rispetto alla pillola di scrittura 1, sono costretta a fare un  passo indietro. Se è vero che si deve cominciare a scrivere da ciò che si conosce, ovvero dalla nostra storia, dal nostro passato, da ciò di cui abbiamo esperienza diretta, è anche vero che in questo caso si cade nell'autobiografia.
La narrazione è tutt'altro. 
La narrazione è invenzione, è giocare con i destini dei personaggi, creare situazioni, immaginare, usare la fantasia. 
Certo, tutto ha origine dalla nostra esperienza, ma non solo, anche dalla nostra cultura, di ciò che abbiamo saputo solo tramite altri racconti, letture, immagini. Sono proprio questi i semi che faranno germogliare e crescere la nostra fantasia. 
Dunque partiamo da noi e cominciamo a scrivere. Raccontiamoci; raccontiamo la nostra infanzia, narriamo un episodio della nostra adolescenza, ripeschiamo riminiscenze scolastiche dalle ragnatele dei ricordi. 
E poi decolliamo, stacchiamoci da noi stessi ed entriamo in una dimensione diversa: quella dell'immaginazione.
Sono stato a scuola dalle suore? Bene, esageriamo: il mio protagonista avrà studiato in un collegio estremamente rigido, dove l'educazione era punitiva.
Ho avuto un'infanzia spensierata grazie al rapporto di estrema confidenza con la mia unica sorella? Il mio personaggio avrà una gemella identica; oppure di fratelli ne avrà quattro, ognuno con un carattere ben definito, completamente diverso da quello della mia reale sorella. 
E poi via, diamo vita ad altri personaggi. All'inizio saranno magari simili alla nostra acida vicina di casa, o ad un prozio di cui serbiamo ancora ricordi affettuosi. Ma poi anche questi dovranno svaporare ed entrare nel regno della vera creazione narrativa.

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