venerdì 3 giugno 2016

Processo al libro, Coazze 28 maggio 2016

Sabato 28 maggio si è tenuto il Processo giuridico Libro Vs e-book. Nell’aula del Palatenda di Coazze, il libro di carta è stato accusato, da parte del libro in formato digitale, di essere vecchio, costoso e ingombrante.
Il processo, che ha avuto una lunga fase preparatoria, è stato organizzato dai ragazzi delle Seconde medie della scuola Giulio Nicoletta di Coazze. A partire dal mese di marzo, io e i ragazzi abbiamo esaminato il processo di creazione del libro, che nasce dall’idea nella mente dello scrittore, seguendo via via tutti i passaggi che conducono al lettore, ovvero a chi usufruirà del libro.
Durante i nostri incontri, e nelle mail che ci siamo scambiati, i ragazzi hanno scoperto quante persone e quanti professionisti lavorano per la perfetta riuscita di un libro: dall’autore, il creatore del libro vero e proprio, a chi seleziona i manoscritti, dall’ufficio acquisizioni della casa editrice all’editor, dal correttore di bozze all’impaginatore, al grafico che crea la copertina, per arrivare al tipografo e al rilegatore, passando per il corriere e il magazziniere, fino al libraio e alla vendita del prodotto finito.
Abbiamo esaminato il processo in particolar modo dal momento in cui il testo può diventare un libro di carta o un e-book, scoprendo insieme che soltanto i passaggi finali cambiano: dalla stampa alla libreria per il tradizionale libro, dal tecnico informatico al web per l’e-book.
Ciascuno di loro ha scelto di entrare nel ruolo che sentiva più vicino, per portare una testimonianza al processo, per spiegare alla giuria e al pubblico quanto è importante che ognuno faccia del suo meglio. Alcuni di loro hanno subito deciso da che parte stare, altri hanno preferito ascoltare come giurati e decidere dopo il processo.
Lorenzo Naia, scrittore ed educatore, ha accettato il ruolo di giudice; per questo è stato tenuto all’oscuro di tutti i passaggi nel dettaglio, fino al giorno del processo. Lo informavo via mail dei progressi, ma soltanto dal punto di vista formale: i contenuti erano per lui sconosciuti, come deve essere per un giudice veramente imparziale.
Elisa Bevilacqua ha accettato il ruolo di giurata, sedendosi con i ragazzi ad ascoltare le testimonianze e porgendo domande.
Ho voluto che i ragazzi non seguissero un copione, ma che decidessero essi stessi le domande da porre e le risposte da dare, talvolta improvvisando anche davanti al pubblico.

È stata una battaglia senza esclusione di colpi in cui il vero vincitore, come ha sottolineato Lorenzo Naia nella sentenza finale, è la lettura: non importa quale mezzo si scelga, quel che conta è che si continui a leggere, sempre.

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