Ho conosciuto Patrizia Boscaro prima come scrittrice e poi come persona. Il suo libro Un tatuaggio è per sempre è un romanzo denuncia, una storia dolorosa che soltanto in seguito ho scoperto essere autobiografica.
Una delle consuete visite a domicilio dei Testimoni di Geova, che tutti noi conosciamo bene, incuriosisce una ragazzina di sette anni, che viene, con l'approvazione dei genitori, avvicinata a questa comunità religiosa. Non sa la ragazzina, ma neanche i genitori, colpevoli soprattutto di assenza distratta, ciò a cui sta andando incontro. Dopo un primo periodo di amorosa accoglienza, la comunità stringe i freni, usando la terribile arma psicologica del senso di colpa per costringerla a una vita di sottomissione e isolamento. La ragazza si adegua ai dettami culturali e comportamentali, per poter restare all'interno della comunità ed entrarne nel vivo. Interrompe gli studi e, neanche maggiorenne, sposa un ragazzo stimato e apprezzato come Testimone di Geova, ma che in realtà è un individuo violento e pericoloso. La protagonista troverà finalmente il coraggio di abbandonare la gente che credeva "sua", ma che invece non l'aveva mai veramente accolta; un abbandono anch'esso doloroso, ma che conduce alla rinascita, in cui un tatuaggio è il simbolo di una realtà conquistata.
Patrizia mi aveva chiesto di recensire il libro e di aiutarla a promuoverlo con presentazioni. Ho scoperto così una persona sensibile e un'ottima scrittrice e ne ho avuta una conferma al momento in cui si è iscritta al mio corso. Nei racconti che mi inviava come esercitazione ho scoperto un lato imprevedibile della sua narrazione: il thriller.
Non so se Patrizia abbia continuato con questo nuovo filone, ma me lo auguro, perché prometteva molto.
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