Nei
mesi di marzo e aprile del 2014 ho tenuto per la prima volta il Corso Avanzato
di scrittura narrativa. Stesse modalità: cinque lezioni da due ore l’una e
esercitazioni facoltative da fare a casa.
In
questo secondo corso, però, gli argomenti affrontati sono decisamente più
complessi.
Nel
corso base si parte da zero, in modo che chiunque abbia voglia di scrivere
possa cimentarsi. Dunque, vediamo, cosa serve per cominciare a scrivere? Una
volta acquistato un blocco e una biro, o acceso il computer, serve un’idea.
Questa dovrà essere sviluppata in un flusso narrativo, ovvero in una trama, in
cui agiscano dei personaggi, le cui vicende dovranno essere narrate da una voce
particolare, il narratore, seguendo un certo ritmo.
Et
voila, il racconto è fatto.
Be’,
non proprio. In realtà fino a questo punto si tratta ancora di qualcosa di astratto,
di qualcosa che può esistere anche soltanto nella nostra mente.
A
me piace molto camminare, mi fa bene e mi lascia libera di pensare. Così,
mentre cammino, spesso mi immagino scene, invento situazioni e trame, creo
intrecci. Insomma, pongo le basi di quelle che possono diventare delle
narrazioni.
Talvolta,
grazie al fatto che abito quasi in montagna e che percorro spesso strade
isolate, registro queste idee sul telefono, ma nel farlo non mi preoccupo delle
parole che uso. Idea, trama e personaggi sono già contenuti in questi brevi e
slegati spunti, che diventano così semplice narrazione orale.
Provate
a raccontare una fiaba, e poi a raccontarla ancora, e ancora una volta: le
parole saranno certamente cambiate, non tantissimo, ma abbastanza da non poter
essere considerata alla stregua di un testo scritto.
“C’era
una volta una bambina, che abitava con la mamma al limite del bosco. Un giorno
la nonna si ammalò e la bimba, che adorava la nonna da quando le aveva fatto un
mantello…”
Ma
anche:
“C’era
una volta una bimba che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso, perché anni prima
la nonna le aveva fatto un mantello rosso col cappuccio e da allora non se l’era
più tolto. Abitava…”
La
fiaba è la stessa, ma le parole sono diverse: quello che conta è che il bambino
che ci sta ascoltando ritrovi tutti gli elementi necessari.
Ciò
non è più possibile se la fiaba è stampata su un libro e chi ha provato, leggendo
insieme ad un bambino, a saltare righe per fare più in fretta, se n’è accorto
benissimo.
Naturalmente
anche nel primo corso è importante capire quali sono le parole più adatte alla
narrazione, proprio a questo servono le esercitazioni, ma ciò su cui pongo l’attenzione
una volta ricevuti gli elaborati è se c’è una valida idea di base e se questa
idea è ben articolata in un flusso narrativo.
Nel
secondo corso la mia attenzione è tutta sulle parole. Attenzione, non dico che
controllo se le frasi sono ortograficamente o grammaticalmente corrette: questo
dovrebbe già essere stato insegnato durante la scuola dell’obbligo. Parlo di
frasi efficaci dal punto di vista narrativo, frasi adatte, anzi, perfette per
un certo tipo di sequenza, di personaggio, di fase della trama. Sono le frasi, i
periodi a creare il racconto; le più adatte per un Incipit folgorante, per un
finale commovente, per un colpo di scena.
La
parole, con i personaggi, sono quello che resta nella memoria di chi legge e
che trasforma un dilettante in
scrittore.
Nessun commento:
Posta un commento