Nel
dicembre 2013 vede la luce la prima fatica letteraria di Giulietta Gastaldo, il
romanzo Prigionieri di un passato, edito
da Il Punto di Torino. In parte autobiografico, il libro ha richiesto
all’autrice esordiente mesi di lavoro, per la raccolta del materiale di
famiglia, la documentazione storica che copriva un arco di cinquant’anni, e
infine la sua rielaborazione in un testo narrativo.
Io e l'autrice alla presentazione di Villa Favorita a Giaveno |
Il
punto di partenza le è stato suggerito dalle opere del pittore Antonio Mario
Guglielmino, bisnonno dell’autrice, la cui vita interessante era già di per sé
spunto per un romanzo. Da qui la ricerca dei documenti familiari ha dato molte
nuove idee alla Gastaldo.
«In
casa c’erano delle carte che mio padre e mia nonna non avevano mai voluto
mostrarmi. Non è stato facile leggerle e scoprire lati dei miei antenati non
sempre felici» mi ha detto l’autrice in uno dei nostri primi incontri.
Gianni Oliva presenta Giulietta Gastaldo al Circolo del Lettori di Torino |
Lettere,
documenti privati, fotografie, libretti militari di soldati al fronte, annuari
scolastici hanno costruito pian piano la base di una lunga narrazione, che
Giulietta ha arricchito con la sua fantasia, accostando episodi storici e
documentati, a sequenze vivaci e dialoghi creati dalla sua mente.
Le
vicende familiari l’hanno portata ad attraversare un cinquantennio del secolo
scorso, e l’hanno guidata dalla città di Torino al paese di montagna Giaveno,
negli anni sconvolgenti della Resistenza.
«Sono
storie che causano ancora dolore» ha commentato lei alla prima presentazione
ufficiale del libro. «Sono trascorsi settant’anni, ma restano nelle famiglie
delle ferite profonde. Per questo ho scelto di non esprimere opinioni o
giudizi, ma di riportare i fatti come la storia ce li ha consegnati».
Nessun commento:
Posta un commento