L'incontro con il sacerdote da sempre a fianco degli umili era inserito in una rassegna che coinvolge opinionisti, operatori e scrittori, in dialogo con artigiani ed agricoltori. Il tema fondamentale affrontato in queste serate è quello della possibile vita in montagna, resa ancor più complicata dalle problematiche che la burocrazia obbliga ad affrontare.
- Don
Gianni mi ha chiesto di parlare di Libertà - ha esordito il sacerdote, - e io non posso farne a meno. I
giganteschi problemi dell’Italia di oggi sono tutti legati all’assenza di
libertà. Non c’è libertà se non c’è lavoro, se la gente è povera, se deve
ricorrere all’usura. I dati statistici riferiscono di 2.100.000 ragazzi che
hanno abbandonato gli studi e che adesso sono senza lavoro; molti ricorrono ad
azioni illegali, alla prostituzione. Ecco la perdita di libertà. -
Il fondatore del Gruppo Abele e di Libera ha così avviato un lungo monologo, di
frasi nette, taglienti, che non lasciano dubbi su quello che il sacerdote
considera il compito di ognuno di noi.
- La
mafia al nord non solo esiste, non solo ci sono infiltrazioni, ma è ben gestita
e ben organizzata. Notizia di oggi: in Piemonte sette arresti per ‘ndrangheta,
Bardonecchia è stato il primo comune commissariato per infiltrazione mafiosa. I
grandi investimenti sono i frutti che la mafia non esita a cogliere. Ma
lavoro ne è stato fatto e continueremo a farlo, sempre più intenso, sempre più
accanito grazie ai giovani e alle loro energie. -
La mia introduzione |
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