Per
la sua nuova creatura letteraria, Massimo Tallone punta in alto e crea un
romanzo ricco e complesso, utilizzando al meglio le sue ben allenate capacità
narrative.
Il
libro prende avvio, come nei migliori classici, da una testimonianza, che
l’autore stesso si incarica di divulgare. La vicenda viene affidata a Tallone
dall’unica superstite di una strage, che, rifugiatasi in una casa isolata,
affacciata su una scogliera delle isole Fær Øer, gli rivela i tratti di una
storia appassionante quanto incredibile.
Susanna
è la testimone, una traduttrice brillante e affascinante, affetta da aptofobia,
ovvero la paura del contatto fisico. Qualunque tocco, anche il più lieve, la terrorizza,
facendola cadere nel panico. Susanna, uscita dall’ufficio di via Catania, a
Torino, per un improvviso mal di testa, trova al suo ritorno i cadaveri
insanguinati dei due colleghi. Inizia così la ricerca dei responsabili, in una
caccia al tesoro che trascina il lettore, obbligandolo, ad ogni parvenza di
soluzione, a rivedere tutto da capo, sotto una nuova, inquietante luce.
Per
condurre chi legge in questo magico labirinto, Tallone sfodera la sua maestria
di affabulatore, di narratore sempre nuovo.
I
personaggi, suo cavallo di battaglia da sempre, sfidano qui ogni fantasia,
mostrando caratteri e peculiarità fantasmagoriche, restando tuttavia credibili
e realistici. La carrellata ha inizio a partire dall’evanescente Susanna,
figura senza peso e volume, quasi un’ombra; sfiorando la sorella Ornella,
concreta e positiva, eppure attratta patologicamente dagli oroscopi;
proseguendo con le due vittime, la solare Linda, legata all’indecifrabile
Oscar, e l’infedele Ivan, che spiazza tutti col suo humor nero. E poi Duilio,
viziatissimo rampollo di farmacisti, pronto ad accorrere in caso di bisogno, e
Bartolomeo Fornetti, ex collega vittima di scherzi crudeli, e via così, fino a
Tano e Piero, e alle loro banalissime eppure sordide storie personali.
In
questa scoppiettante giostra di misteri, indizi, inseguimenti e colpi di scena,
riusciamo comunque a restare abbagliati, a frenare la curiosità e fermarci per
gustare le meravigliose descrizioni degli ambienti, ad assaporare gli stati
d’animo della protagonista e del narratore, che altri non è che il nostro
ammaliatore Massimo Tallone.
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