Quando ci porremo come obiettivo, a breve o lungo termine, quello di scrivere la nostra autobiografia, inevitabilmente sorgeranno delle domande, alle quali dovremo dare subito risposta. Non hanno un ordine di importanza, ma prima o poi spunteranno, siatene certi.
Cominciamo
dalle domande, poi parleremo delle risposte, che non saranno mai verità
assolute, ma sempre opinabili. Perché uno dei punti che dobbiamo tenere a
mente, se vogliamo cominciare a scrivere, è che la scrittura narrativa non è
una scienza.
Se
io chiedo qual è il valore di x in una equazione matematica avrò solamente una
risposta, magari multipla, e questa sarà la verità.
Lo stesso accadrà per qualunque domanda scientifica, magari di chimica o
biologia o astronomia.
In
narrativa la verità non esiste, le risposte possono essere tutte diverse e
tutte valide.
Ciò
premesso, cominciamo a progettare la nostra autobiografia. Ci sediamo
al tavolo del computer, oppure prendiamo in mano un nuovo quaderno, oppure ci
incamminiamo a passeggiare in un bosco, e iniziamo a pensare.
Ed
ecco la prima domanda.
Perché
dovrei scrivere la storia della mia vita? Non mi sembra poi così interessante.
Cancelliamo subito questa idea dalla nostra mente: tutte le vite sono
interessanti e possono essere raccontate, dobbiamo solo capire il perché.
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