Sabato
28 maggio si è tenuto il Processo giuridico Libro Vs e-book. Nell’aula del Palatenda di Coazze, il libro di
carta è stato accusato, da parte del libro in formato digitale, di essere
vecchio, costoso e ingombrante.
Il
processo, che ha avuto una lunga fase preparatoria, è stato organizzato dai
ragazzi delle Seconde medie della scuola Giulio Nicoletta di Coazze. A partire
dal mese di marzo, io e i ragazzi abbiamo esaminato il processo di creazione
del libro, che nasce dall’idea nella mente dello scrittore, seguendo via via
tutti i passaggi che conducono al lettore, ovvero a chi usufruirà del libro.
Durante
i nostri incontri, e nelle mail che ci siamo scambiati, i ragazzi hanno
scoperto quante persone e quanti professionisti lavorano per la perfetta
riuscita di un libro: dall’autore, il creatore del libro vero e proprio, a chi
seleziona i manoscritti, dall’ufficio acquisizioni della casa editrice all’editor,
dal correttore di bozze all’impaginatore, al grafico che crea la copertina, per
arrivare al tipografo e al rilegatore, passando per il corriere e il
magazziniere, fino al libraio e alla vendita del prodotto finito.
Abbiamo
esaminato il processo in particolar modo dal momento in cui il testo può
diventare un libro di carta o un e-book, scoprendo insieme che soltanto i
passaggi finali cambiano: dalla stampa alla libreria per il tradizionale libro,
dal tecnico informatico al web per l’e-book.
Ciascuno
di loro ha scelto di entrare nel ruolo che sentiva più vicino, per portare una
testimonianza al processo, per spiegare alla giuria e al pubblico quanto è
importante che ognuno faccia del suo meglio. Alcuni di loro hanno subito deciso
da che parte stare, altri hanno preferito ascoltare come giurati e decidere
dopo il processo.
Lorenzo
Naia, scrittore ed educatore, ha accettato il ruolo di giudice; per questo è
stato tenuto all’oscuro di tutti i passaggi nel dettaglio, fino al giorno del
processo. Lo informavo via mail dei progressi, ma soltanto dal punto di vista
formale: i contenuti erano per lui sconosciuti, come deve essere per un giudice
veramente imparziale.
Elisa
Bevilacqua ha accettato il ruolo di giurata, sedendosi con i ragazzi ad
ascoltare le testimonianze e porgendo domande.
Ho
voluto che i ragazzi non seguissero un copione, ma che decidessero essi stessi
le domande da porre e le risposte da dare, talvolta improvvisando anche davanti
al pubblico.
È
stata una battaglia senza esclusione di colpi in cui il vero vincitore, come ha
sottolineato Lorenzo Naia nella sentenza finale, è la lettura: non importa
quale mezzo si scelga, quel che conta è che si continui a leggere, sempre.
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