Legame,
una parola dai mille significati, nel bene e nel male ma, parlando a titolo
personale, questo termine assume un significato particolare. In certi casi ci
si ritrova a vivere un tipo del tutto unico di legame, difficile da comprendere
e da spiegare e del quale, onestamente, avrei fatto e farei volentieri a meno:
il legame con una patologia.
Un
vincolo costante e indissolubile dal quale non puoi liberarti.
È
come essere legati a un mostro, subdolo e crudele, al quale non puoi opporti e
che ha il controllo quasi totale su di te. Ti tiene unito a sé con catene; le
muove a suo piacimento impedendoti di fare ciò che vuoi, confinando la tua
libertà, ponendoti dei limiti. E superarli, certi limiti, a te costa una fatica
immensa. Perché raggiungere anche un solo semplice
obiettivo significa non avere più spazio ed energie per fare altro.
È
una presenza talvolta snervante; t’impedisce di fare le cose più semplici così
da mandarti su tutte le furie. Altre volte invece riesci in cose che,
francamente, ritenevi impossibili, tanto da chiederti se questa sia una sua
forma di sarcasmo volta a schernirti e a umiliarti. Altre volte ancora ti serra le catene
provocandoti dolori costanti, difficoltà nella respirazione e grande stanchezza…
insomma, ti rovina proprio la giornata!
Non
puoi liberartene ma non puoi nemmeno lasciarti sopraffare. È una continua battaglia
tra due entità che lottano per avere la meglio, per annientarsi. Entrambe si
osservano, si studiano e ponderano le mosse da fare. Però non c’è mai un
vincitore, a regnare è l’equilibrio, precario instabile ma sempre tale.
Con
il passare degli anni, lo so che può sembrarvi un controsenso, ti ci abitui a
questo legame, o meglio, impari a conviverci tanto da riuscire a trarne anche lati
positivi.
In
primo luogo crei altri legami, questa volta validi, con persone che, se
inizialmente ti stanno vicino solo per aiutarti, dopo aver condiviso con te
difficoltà, vittorie, paure e gioie creano un’amicizia molto forte e senza
eguali. Impari a fidarti e a chiedere loro aiuto senza vergognarti perché, se
il mostro è forte, con loro al tuo fianco tu lo sarai ancora di più. Hai
bisogno del loro aiuto e forse, a tuo modo, anche tu sei di aiuto a loro.
Ma
la cosa più importante è che questa presenza malvagia non riesce a fiaccare la
tua volontà e a farti arrendere anzi, la voglia di avere la meglio su di essa
ti sprona a superare le mille difficoltà che ti si presentano. Quelle che si
frappongono tra la tua e una vita normale. Quando ti mette di fronte ad un ostacolo,
ti adatti e lo superi, oppure lo aggiri ma comunque vai avanti, sempre pronto,
se non si può fare altrimenti, a reinventarti e a ripartire da zero.
Insomma
muti e ti adatti alla vita perché, come ha scritto Neil Marcus:
grazie di aver condiviso con me questo tuo "speciale" legame e, grazie di averlo condiviso così, senza farlo apparire speciale. Di essere stato, quindi, nello spirito di Altra Cultura, ognuno a suo modo col legame che condivide con gli altri. Tu col tuo.
RispondiEliminagrazie per avermi fatto capire qualcosa di più.