Valentina
ha soltanto dodici anni, ma sente che nei suoi giorni qualcosa sta cambiando.
L’estate torrida è in arrivo e porta con sé paura, dolore e forti sensazioni,
che non sono di bambina, ma di donna sulla soglia della vita adulta.
Nella
casa di campagna, antica, tre generazioni di donne convivono e tentano di
equilibrarsi. La nonna, che rappresenta la sapienza popolare e contadina, è
instancabile, dura come lo devono essere le donne sagge. Devota e religiosa,
coinvolge la nipote nelle sue inconsapevoli superstizioni, senza volerla appassionare
alla conduzione della fattoria.
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La
mamma, di soli trent’anni, guarda avanti, verso un futuro in cui non c’è più il
suo compagno, il padre di Valentina, ma soltanto figure femminili e potenti.
Rimpiange a tratti la giovinezza perduta nel diventare madre a diciotto anni, e
ricerca una speranza senza molta convinzione, trattenendo fino alle ultime
pagine i suoi segreti dolorosi.
In
questo dolore viene coinvolta la bambina, con il distacco e l’incoscienza di
chi vede il proprio corpo cambiare, evolversi e assorbire tutta la sua attenzione.
Questo
alternarsi di dolore e futuro possibile, di libertà e doveri familiari, si
manifesta al lettore attraverso calamità eterne, scritte nel Libro secoli fa, e
tramandate nella memoria di popoli fino ad oggi.
Prima
arrivò il sangue. Così Valentina ci introduce nel suo mondo remoto. Il sangue
sgorga da lei stessa, che ne cela il segreto a tutti, poi dalla crepa nel muro,
con insistiti tentativi di cancellarlo, fino alla sua sparizione. Da quel
giorno, nella casa si susseguono sciagure imprevedibili dalla mente del
lettore, fin quando non ritrova la propria memoria atavica e riconosce, sebbene
declinate ad una modernità non descritta né percepita, le dieci piaghe
d’Egitto.
Le
tre donne incolpano se stesse a turno, per la responsabilità di queste
disgrazie, mantenendo una irrealtà narrativa che trasforma questa semplice
vicenda familiare in una storia senza tempo, in una rappresentazione della
femminilità e dell’amore talvolta spietato di una madre.
Francesca
Manfredi ci fa ascoltare la voce immatura ma sensata di Valentina, portandoci
in un mondo incantato dove i valori sono i pilastri dell’umanità.
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