Ci sono momenti
in cui la storia ci passa accanto e noi quasi non ce ne accorgiamo; scopriamo
l’importanza di quanto è accaduto tempo dopo, perché talvolta i grandi eventi
risultano tali solo se visti da lontano. Chi viene coinvolto nel vivo spesso
non si rende conto della portata del cambiamento cui ha assistito.
Altre volte
invece la storia si annuncia lentamente, gli eventi fermentano fino a scoppiare
e chi li guida, ma anche chi semplicemente li osserva, intuisce già prima la
portata dell’impatto che causeranno.
Prefazione di Margherita Oggero |
È quanto accade,
forse inconsapevolmente, ai protagonisti dell’ultimo romanzo di Sergio Vigna, Trabant 89.
Marisa e
Guglielmo, coppia non del tutto affiatata, sa che i paesi dell’est Europa, in
quell’esplosivo 1989, stanno cambiando radicalmente. Lui, filosovietico da sempre,
vuole vedere la Germania Est, per comprendere di persona quanto ci sia di vero
in quel che legge sui quotidiani. Lei, amante del campeggio, accetta non del
tutto di buon grado la vacanza nella Berlino ancora spaccata dal muro, conscia
delle difficoltà burocratiche e logistiche che dovrà affrontare.
Il viaggio è
effettivamente complicato dai timbri, dai posti di blocco e dai controlli, ma
le scoperte valgono gli ostacoli. Quello che la coppia, però, non aveva
previsto è l’incontro in una birreria con Annerose, una ragazza che vuole
fuggire dalla città per andare ad Ovest.
Questa volta è
Guglielmo a mettere un freno all’entusiasmo di Marisa: Annerose sembra poter
far crollare le sue certezze riguardo ai paesi del blocco sovietico, che lui
immagina come una Terra di unione e prosperità. Per Marisa invece, il cui
istinto materno l’ha già proiettata nel ruolo di salvatrice, la giovane donna
va aiutata, anche per dimostrare al marito in che razza di paese l’ha condotta.
La situazione
diventa sempre più complessa, man mano che il romanzo procede, trascinando il
lettore in una spy story in cui l’azione è supportata dalle molte emozioni e dai
sentimenti: Marisa e Guglielmo, al termine dell’avventura, non saranno più gli
stessi.
Sergio Vigna si
destreggia abilmente tra intrighi e tattiche doppiogiochiste. I personaggi si
muovono agilmente in ogni situazione, dalla più lenta trafila burocratica ai
rapidi inseguimenti.
Un romanzo che fa
rivivere un periodo storico fondamentale del Novecento, togliendo la patina
degli anni e dell’esperienza agli eventi narrati e mostrandone il vero aspetto
disincantato e realistico.
La recensione dell'Araba Fenice
La recensione dell'Araba Fenice
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