Luca
Iaccarino è un grande. Un grande scrittore, innanzitutto, costretto a limitare
la sua produzione letteraria a causa dei
molti impegni di lavoro; dopo tutto, come dice egli stesso, bisogna pur portare
a casa la pagnotta, e anche qualcosa con cui farcirla. Per questo la sua ultima
opera, Il gusto delle piccole cose, è
una raccolta di stralci, aforismi, aneddoti, massime e pillole di filosofia spicciola;
un concentrato di saggezza e umorismo da evitare fortemente in sala riunioni,
per non perdere credibilità scoppiando in risate a singhiozzo.
Luca
è un grande critico culinario. È in grado di valutare tutta la cucina, da
quella più alta, per palati raffinati e portafogli ripieni, a quella che tutti,
ma proprio tutti possono permettersi. Recensisce su La Repubblica le migliori trattorie di Torino e dintorni, valide
per cene luculliane o pranzi quotidiani, dove le tovaglie a scacchi e la
simpatia dei gestori sono qualità da apprezzare tanto quanto le portate e i
contorni gustosi.
È
un grande direttore editoriale, che coccola i suoi autori e li sprona a
visitare nuovi posti e nuovi gusti, per condividerli con i lettori più pigri (o
meno fortunati) che restano a casa.
Ma
come tutti i grandi sa che la vera felicità sta nelle piccole cose che, citando
Arthur Conan Doyle, “sono di gran lunga le più importanti”.
Dunque
leggiamo il suo libro, spilucchiamolo come una piatto di canapè, gustiamolo
come un vassoio di fritto misto oppure divoriamolo come una teglia di gnocchi
alla sorrentina, senza paura di finirlo in fretta: basterà ricominciare da
capo.
P.S.
Se siete decisamente pigri o, come me oggi, avete soltanto un braccio utile,
potete anche leggere solo le pagine dispari o le pari, sdraiati su un fianco,
cercando i brani che non escono dal foglio.
Luca Iaccarino sarà a Giaveno venerdì 8 aprile:
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